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Riflessione sui Disturbi del Comportamento Alimentare


Rivista N. 1 - primo semestre - Anno 2013
Riflessione sui Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi del rapporto dell'uomo con il cibo e l'alimentazione sono stati descritti anche in epoche remote (ne è prova l'abbondante letteratura sulla vita delle sante, sul loro digiunare e sul loro rifiuto del cibo come penitenza), ma è solo nel Novecento che si è presentato il problema dell'offerta di cibo sovrabbondante dove il problema alimentare si lega all'immagine del corpo.
Forse a qualcuno sarà capito di vedere un servizio all'interno del programma "Le iene", a gennaio 2013, nel quale si raccontava la storia di Sara: una ragazza anoressica. Una storia commovente, triste. Una storia di disperazione e di impotenza. Quella dei genitori di Sara che nulla hanno potuto fare per salvare la figlia. Quella di Sara che non è riuscita a lottare contro l’anoressia e a sconfiggerla.
Come può un genitore combattere questa malattia così assurda e così letale? Come può rendersi conto che qualcosa non va in sua figlia? E’ difficile, complicato. Lo è stato anche per i genitori di Sara che nulla hanno potuto fare per trascinare loro figlia fuori dall’anoressia, che si sono dovuti arrendere quando Sara ha deciso di farla finita; ma dal servizio realizzato dalla Iena Nadia Toffa arriva un monito che può essere d’aiuto alle ragazze che combattono contro questa terribile malattia: la malattia appunto, è un grido di aiuto, un tentativo di richiamare a sé qualcuno, qualcosa che stava sfuggendo di mano.
Spesso sul terreno fertile preparato dai fattori di rischio individuali (età, sovrappeso, perfezionismo, aspettative esagerate, rifiuto del corpo e della sessualità etc..), socioculturali e familiari, un evento, non necessariamente drammatico, scatena la patologia nella sua evidente fenomenologia (es. separazioni e perdite, alterazioni dell'omeostasi familiare, minacce alla stima di sé, cambiamento puberale visto come trauma etc..). Spesso ci fa paura ciò che non conosciamo: sapere che spesso il disturbo è il modo con cui l'adolescente trova il canale inconscio per protestare ed opporsi , dove l'unico modo che hanno trovato per dare voce a questa protesta è stato attraverso l' attacco al loro corpo. E' importante non sottovalutare i disturbi alimentati in età infantile o le forme più recenti di ossessioni legate al mangiare sano (ortoressia), o al contrario un'alimentazione incontrollata (binge eating disorder, night eating) che possono essere campanelli di allarme rispetto a come il rapporto con il cibo diviene veicolo privilegiato per esprimere difficoltà relazionali ed emotive.
L'obiettivo di questa riflessione non è spiegare eziologia, caratteristiche e trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, quanto aprire un varco verso la speranza alla comprensione, seppur così difficile, quasi impossibile per dei genitori ormai disperati ed arrabbiati a volte, e alla identificazione precoce di tale disagio. Perché dai disturbi alimentari si può guarire, più sono radicati da tempo più è difficile, per questo è fondamentale una identificazione precoce. E' importante non nascondersi dietro ciò che non vogliamo vedere perché ci fa paura, perché pensiamo sia solo un momento. perché crediamo che sia solo un discorso di volontà e tutto si risolve. Non è, e non sarà così, e bisogna guardare in faccia il dolore e la sofferenza per andarci incontro ed affrontarlo.

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