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Attacchi di Panico


Rivista N. 4 - primo semestre - Anno 2015
Attacchi di Panico

Un paziente con attacchi di panico arrivato in studio ha descritto la sua situazione così: “Da due anni convivo con gli attacchi di panico. La mia paura più grande è guidare: quando mi trovo in strade molto larghe comincio a sudare freddo, le mie mani diventano insensibili e mi si offusca la vista. Ho sempre bisogno di qualcuno accanto, così mi sento tranquillo. Per non parlare dei mezzi pubblici! In treno non posso stare e in metro neppure: ho continuamente bisogno di aria e mi sento svenire. Più volte sono andato al Pronto Soccorso, ma mi hanno sempre rimandato a casa con la prescrizione di un ansiolitico al bisogno che prendo malvolentieri”.
Il panico e’ una delle motivazioni più frequenti per le quali viene intrapresa una psicoterapia. Sentirsi sopraffatti da un malessere che rende faticoso il respiro, percepire un battito cardiaco molto veloce e avvertire altri sintomi fisici come sudorazione intensa ed improvvisa, la scomparsa della salivazione e tremori incontrollabili, e’ un’esperienza che scuote e fa sorgere numerose domande. Durante un attacco di panico si può sperimentare la paura di impazzire o di morire e risulta difficile trovare una soluzione immediata: le persone decidono così di iniziare un percorso di cura che possa consentire loro di uscire da quella difficile condizione.
Il primo attacco di panico è spesso improvviso ed inaspettato, descritto come un’esperienza terribile, mentre i successivi solitamente sono avvertiti in anticipo, ad eccezione degli attacchi di panico notturni. Il disturbo normalmente esordisce nella tarda adolescenza o nella prima età adulta ed ha un'incidenza da due a tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Secondo una ricerca dell'Associazione liberi dal panico e dall'ansia (Alpa) sono circa 10 milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta l'esperienza di un attacco di panico. Un evento isolato per molti, che si trasforma però in una malattia in un caso su due, mentre oltre 2 milioni di persone hanno sviluppato un vero e proprio disturbo di panico con attacchi ripetuti, ansia e fobie. Una situazione nella quale è estremamente difficile fare una vita normale.
Generalmente gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non inducono necessariamente un attacco di panico. Tra gli eventi di vita precipitanti riferiti più comunemente troviamo il matrimonio o la convivenza, la separa-zione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.
Nella maggior parte dei casi, chi ha avuto una crisi di panico, inizia ad essere sempre più attento alle sensazioni del proprio corpo, fino a trascorrere parte del proprio tempo a valutare i cambiamenti che potreb-bero essere collegati all’attacco di panico vero e proprio. Infatti, le reazioni del corpo riflettono un funzionamento normale e si amplifi-cano nella misura in cui ci concen-triamo su di esse: se prestiamo particolare attenzione al battito cardiaco ci sembrerà di avvertire qualche irregolarità, prodotta invece dall’apprensione con cui la ricerchiamo.
L’attacco di panico non è pericoloso per la persona, sebbene sia molto sgradevole e i suoi sintomi siano vissuti con grande disagio. Si tratta di una manifestazione di ansia intensa che, in sé, non è patologica ma le limitazioni della vita quotidiana che solitamente la caratterizzano sono numerose.
Come accade per la cura dell’ansia generalizzata, la psicoterapia si concentra sulla ridefinizione di alcuni erronei significati che si danno all’attacco di panico: la probabilità di sperimentare un attacco di panico è molto più bassa di quanto temiamo e si tratta, in ogni caso, di un fenomeno che non ha nulla a che vedere con reali disturbi respiratori o cardiaci come invece il soggetto tende ad ipotizzare.
La terapia cognitivo comportamentale (CBT o TCC) secondo i recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è uno fra i trattamenti d’elezione per il disturbo da attacchi di panico. Infatti, tale terapia, anche se nel breve periodo più costosa rispetto ai farmaci, risulta dai dati scientifici la cura più efficace per il disturbo di panico. L’approccio della terapia cognitivo comporta-mentale ai problemi di panico è, confrontata ad altre psicoterapie, abbastanza rapida (entro pochi mesi, se si seguono le indicazioni del terapeuta, si possono già avere risultati molto buoni), orientata agli obiettivi, attiva, efficace e misurabile.
L’elemento centrale della terapia resta l’acquisizione di semplici tecniche (ad es. particolari tecniche di rilas-samento), attraverso l’ausilio dello psicologo, per meglio gestire e superare gli attacchi di panico in qualunque momento e luogo questi si presentino.
Durante gli incontri, inoltre, si condivide con il paziente informazioni circa i fattori che innescano e mantengono gli attacchi di panico, facendo, infine, particolare attenzione alla prevenzione di possibili ricadute future.

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