Raccontare, ascoltare, scegliere.

Voglio un figlio, ma... riflessioni sulla diagnosi d'infertilità


Rivista N. 7 - secondo semestre - Anno 2016
Voglio un figlio, ma... 
riflessioni sulla diagnosi d'infertilità

Nelle settimane, mesi scorsi abbiamo sentito tanto parlare del Fertility Day. Lasciando da parte le polemiche o le visioni soggettive sull'argomento, credo che se una questione crea così tanto scompiglio politico, rabbie, opposizioni, revoche e quant'altro, ciò significa che è un aspetto che coinvolge emotivamente moltissime persone, direttamente o meno. La sterilità è un fenomeno in aumento nelle società occidentali industrializzate; la medicina ha fatto enormi progressi sul versante della diagnosi e della cura, offrendo alternative, quali la fecondazione assistita, che spesso realizza il desiderio di genitorialità. Ormai un approccio moderno non può trascurare la componente psichica, che a volte sorregge o addirittura genera la sterilità. Già ai tempi di Ippocrate, fondatore della scienza medica, si riteneva che questo problema fosse dovuto anche a fattori di tipo psicosomatico; si raccomandava di vivere in armonia con se stessi e con gli altri per poter meglio generare.
Il corpo e la mente sono un insieme inscindibile: anche per la sterilità è bene inserire la prospettiva psichica oltre a quella fisica, senza dividere nettamente i due livelli ma accettando la possibilità che si compenetrino. Anziché chiederci: "La sterilità è sorretta da una causa fisica o psichica?" è più realistico domandarsi: "Ci sono buone probabilità che l'atteggiamento psicologico della persona concorra a determinare la sterilità?". La mente ha il potere di distorcere i ritmi ormonali, fino al punto di fermarli. Per la sterilità femminile le cause psicosomatiche più frequenti sono ansia, disturbi alimentari e conflitti inconsci; per quella maschile ci si sofferma sulla condizione dello stress. Ogni procedura medica sull'infertilità non può prescindere dall'esaminare l'aspetto psichico: molte infertilità, sono il frutto di blocchi inconsci che un buon intervento psicoterapico è a volte in grado di risolvere.
Per fare un po' di chiarezza: si parla di Infertilità quando una coppia non riesce ad avere un figlio dopo due anni di tentativi: questo è il termine scelto dall' Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia l'Istituto Superiore di Sanità considera infertile una coppia che non riesca a concepire dopo un anno di rapporti regolari e non protetti. Si chiama Infertilità secondaria la condizione di una coppia che ha già avuto figli ma non riesce ad averne altri.
Altro punto importante è il fattore età: l'infertilità passa da un 6% a 20 anni fino ad un 20% a 40 anni. Come consulente di un centro di fecondazione assistita, provo grande tenerezza quando ho di fronte coppie adulte, fisicamente sane, per i quali non persistono fattori maschili o femminili di infertilità, che con grande fatica emotiva, devono accettare che il fattore cardine è quello dell'età. Non c'è palestra, dieta o chirurgo plastico che tenga: per quanto ci siamo evoluti, noi biologicamente parlando, siamo fatti per fare i figli molto prima di quando psicologicamente (o economicamente) vorremmo (ci sentiamo in grado?)!
Non dimentichiamo inoltre che tutto ciò coinvolge entrambi i membri della coppia e spesso la destabilizza: aspetto questo che viene sottovalutato perché si è proiettati solo sul desiderio di genitorialità. Emozioni, comunicazione, sessualità (che spessissimo in questi casi viene confusa con fertilità) vengono messi in secondo piano e possono diventare aspetti rischiosi per la tenuta futura della coppia.

Contatti


Via Chiampo, 35 10064 Pinerolo (TO)

353 47 31 556

353 47 31 556

Responsabili:

Marcella Brun:

Miriam Sanmartino:

Iacopo Vaggelli: