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L’Ansia Infantile: sofferenza silenziosa


Rivista N. 7 - secondo semestre - Anno 2016
L’Ansia Infantile: sofferenza silenziosa

I bambini rappresentano un mondo affascinante e misterioso: è difficile non rimanere stupiti di fronte ai loro progressi, alle loro capacità e alla loro vitalità. È dunque particolarmente difficile per i genitori e per le persone che se ne prendono cura trovarsi di fronte a dei bambini con problemi.
In particolare, non è semplice essere genitore di un bambino ansioso. Spesso non si sa quale sia la causa della sua ansia e, a volte, non si è nemmeno consapevoli del fatto che lui abbia qualche timore particolare.
L'ansia è stata chiamata la sofferenza silenziosa proprio perché la maggior parte delle persone che ne soffrono è capace di nascondere agli altri il proprio malessere.
Nella più semplice delle accezioni, l'ansia è la sensazione che la propria sicurezza o benessere siano in pericolo. Durante lo sviluppo della personalità l’ansia ci prepara ad affrontare un pericolo o una minaccia potenziale, contribuendo a farci superare circostanze avverse e favorendo la crescita personale. L’ansia è patologica quando diventa troppo intensa e persistente o non serve più a segnalare un pericolo. L’ansia è, quindi, una normale esperienza emotiva presente in tutti i bambini. Invero, è impossibile evitare che il bambino sperimenti di tanto in tanto qualche forma di ansia. Ogni stadio della crescita ha le proprie ansie e non sarebbe nell'interesse del bambino far sì che egli eviti qualsiasi situazione in cui possa provarle. Ma quando tali esperienze accidentalmente si verificano, è bene che un genitore sia in grado di aiutare il bambino a fronteggiarle.
Non sono le normali esperienze di ansia che di per sé creano problemi al bambino, ma il modo in cui questi impara a reagire a tali esperienze. Se il bambino si abitua ad assumere un atteggiamento di continua apprensione e comincia a sentirsi costantemente minacciato da pericoli, allora ciò costituisce senz'altro un problema. Le ansie dei bambini rientrano in tre principali categorie:
1. Ansia di eventi esterni, di persone o di animali che assumono la forma di fobie.
2. Ansia di creature immaginarie che tendono invece a scomparire durante la crescita
3. Ansia delle proprie inadeguatezze che vengono considerate vere e proprie manifestazioni di ansia.
Gli studi sulla prevalenza dei disturbi d'ansia hanno evidenziato che in un intervallo abbastanza ampio d'età (tra i 4 e i 20 anni) che comprende bambini e adolescenti, i disturbi d'ansia sono presenti singolarmente o insieme nell'8-12 per cento della popolazione. Questi dati pongono i disturbi d'ansia come i disturbi più frequenti tra i bambini.
È difficile valutare l’ansia del bambino a causa delle limitate capacità verbali e cognitive, tuttavia è importante trattare i disturbi d'ansia, in quanto essi, quando moderati o severi, raramente vanno incontro a remissione spontanea e spesso vengono rimpiazzati da altri disturbi, in genere altre sindromi ansiose o depressive.
Tra le psicoterapie vengono spesso utilizzate la terapia psicodinamica e sistemica e la terapia cognitivo comportamentale. Alcuni suggerimenti per aiutare il bambino a superare le ansie
1. Tenere in considerazione il fatto che spesso i bambini tendono a negare la propria ansia e a trovare varie scuse per giustificare il loro modo di comportarsi.
2. Essere tolleranti e pazienti nei confronti del bambino, perché superare un problema emotivo può richiedere un certo tempo. Evitare di biasimare o svalutare il bambino per le sue paure.
3. Ricordare che la principale fonte di ansia è l'estrema necessità di essere accettati, apprezzati o amati da determinate persone.
4. Evitare di riversare sul bambino le tensioni familiari e di renderlo testimone di litigi cruenti in famiglia.
Cercare, inoltre, di superare o almeno di controllare in presenza del bambino le proprie ansie, se si è genitori ansiosi o si hanno forme di paura o fobia.
5. Evitare che il bambino venga precocemente esposto a stimoli o situazioni che per lui possono essere spaventosi.
6. Spiegare al bambino che tutti ogni tanto provano ansia e non c'è niente di sconveniente nel mostrarsi ansiosi.
7. Incoraggiare il bambino timido e inibito nei rapporti sociali ad avere più contatti con i propri coetanei. Il genitore dovrà attivarsi per predisporre maggiori esperienze di socializzazione per il bambino, procedendo con molta gradualità e senza forzarlo eccessivamente.
8. Insegnare al bambino il potere del pensiero positivo. Si tratta di aiutarlo a sostituire modi di pensare disfattisti o catastrofizzanti con affermazioni costruttive. Così un bambino che si preoccupa eccessivamente riguardo alla possibilità di sbagliare può imparare a parlare a se stesso dicendosi: "Farò il possibile per riuscire, ma non è indispensabile fare tutto giusto".

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