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La Depressione Post-Partum


Rivista N. 8 - primo semestre - Anno 2017
La Depressione Post-Partum

Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifestano sintomi leggeri di depressione. Si tratta di una reazione piuttosto comune i cui sintomi includono delle frequenti crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine e ansietà che tendono generalmente a scomparire nel giro di pochi giorni. Tale condizione, denominata “Baby Blues”, è una particolare forma di disturbo che colpisce alcune donne a partire dal 3° o 4°giorno seguente il parto e che tende a scomparire nell’arco di quindici giorni al massimo, non richiedendo particolari cure che non siano affidate al buonsenso, alla pazienza ed all’assistenza di coloro che circondano le donne che ne sono colpite.
Ben più gravi e duraturi sono i sintomi della “depressione post-partum” che possono perdurare anche per un intero anno e che comprendono sintomi che si manifestano in forme mutevoli per durata, frequenza ed intensità. Il fenomeno, esordisce generalmente tra la 6a-12a settimana dopo la nascita del figlio, è riscontrato in circa il 10% delle donne che hanno appena partorito, con unincremento del 30% se sono state colpite dalla stessa depressione in occasione di un parto precedente.
Sintomi come le crisi di pianto, cambiamenti di umore, irritabilità generale, perdita dell'appetito, insonnia o all'opposto difficoltà a rimanere svegli, assenza di interesse nelle attività quotidiane e/o verso il neonato, affaticamento, caratterizzano tale patologia specifica. La Depressione Post-Partum rappresenta un problema di salute pubblica di notevole importanza, se si considerano la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione del funzionamento personale, sociale e lavorativo della donna.
Il disturbo interferisce anche con le abilità della donna nell’instaurare un interscambio di comportamenti e di emozioni con il suo bambino. Il 67% delle madri depresse riferiscono, infatti, difficoltà di interazione e attaccamento con il loro piccolo. L’interscambio è stato riconosciuto come essenziale per un’efficace relazione madre-bambino, capace di prevenire le conseguenze a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino.
La scienza medica non ha fornito ancora delle spiegazioni definitive riguardo alle cause del fenomeno, anche se alcuni studi imputano l’apparizione della “depressione post-partum” a cambiamenti ormonali nella donna. In realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla comparsa della “depressione post-partum”, perlopiù di origine psicologica legata agli eventi immediatamente successivi al parto, come il cambiamento di ruolo della donna in ambito sociale, il timore per le sue imminenti responsabilità ed il proprio aspetto fisico.
Pur essendoci delle cause naturali, legate alla fisiologia della donna, è possibile prevenire o quantomeno attenuare le manifestazioni della depressione post-partum agendo soprattutto a livello psicologico, sia da parte della madre che di chi le sta attorno.
Per quanto riguarda la madre può essere molto utile, ad esempio, limitare i visitatori nei giorni del rientro a casa dopo il parto, dormire nelle stesse ore in cui dorme il neonato, seguire una dieta adeguata che eviti eccessi e l’assunzione di eccitanti come alcool e caffè, chiedere aiuto quando se ne sente il bisogno, mantenere i contatti con amici e familiari, rafforzare il rapporto con il partner e soprattutto cercare di mantenere un atteggiamento realistico nei confronti di se stessi, del bambino e la piena consapevolezza di una situazione che avrà degli alti e dei bassi ma che esaurirà le sue manifestazioni negative nell’arco di pochi giorni. Da parte del partner o comunque dei familiari può essere utile offrire aiuto nei lavori domestici, nell’alleviare gli impegni della neomamma, nel mostrare disponibilità ad ascoltare e ad offrire sostegno, ma solo se questo non incontra resistenze.
Se la sintomatologia della depressione post-partum dovesse perdurare è opportuno richiedere l’intervento di uno specialista. Le cure possono consistere nell’assunzione di ansiolitici e antidepressivi (sotto controllo medico e sospendendo l’eventuale allattamento) e nella psicoterapia.
Fra i nodi da affrontare vi è un sentimento ricorrente tra le neomamme, cioè lavergogna mista a senso di colpa legata all’evento. Nel sentire comune si dà infatti per scontato che una neomamma debba essere felice in ogni istante. Si tratta di un falso mito. La paura di essere considerate delle madri inadeguate, alimentata da aspettative poco realistiche, può portare le donne a sentirsi colpevoli e ad essere poco inclini a cercare aiuto, dimenticando che occorre tempo per adattarsi alla maternità.
E’ bene ricordarlo: genitori non si nasce, si diventa.

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