Raccontare, ascoltare, scegliere.

Non ha voglia di studiare!


Rivista N. 8 - primo semestre - Anno 2017
Non ha voglia di studiare!

Alunni spalmati sui banchi di scuola che sbuffano e sbadigliano, troppo spesso distratti a guardare la vita che si svolge fuori dalle mura scolastiche... pomeriggi passati a negoziare con i genitori l’orario per iniziare i compiti che il più delle volte vengono svolti con superficialità e imprecisione.
Questo è lo scenario che insegnanti e genitori vivono ogni giorno come fonte di grande stress e ansia e che spesso si apostrofa dicendo: “non ha voglia di studiare!”.
Ma cosa caratterizza l’interesse per lo studio?
La motivazione allo studio è un processo dinamico determinato dall’interazione di diversi fattori intrinseci ed estrinseci alla persona i quali possono influenzare positivamente o negativamente il modo di dedicarsi con interesse e costanza alle attività di studio.
Tra i fattori intrinseci vi sono l’autostima, il senso di autoefficacia, il controllo degli aspetti emotivi e il grado di interesse e curiosità verso ciò che si apprende. È fondamentale, dunque, che il ragazzo creda nelle proprie capacità, senta di poter raggiungere buoni risultati e sappia affrontare e superare i momenti di difficoltà; inoltre è importante che sappia riconoscere e controllare le reazioni emotive che intervengono durante le prove di verifica orale e scritta.
Tra i fattori estrinseci, invece, vi sono il metodo di studio, il rapporto con insegnanti e compagni, il confronto con i genitori. Aver acquisito delle strategie di apprendimento efficaci rende lo studio più attivo, interessante e permeante. È importante, inoltre, che a scuola l’alunno abbia instaurato un rapporto di fiducia e collaborazione sia con gli insegnanti che con i compagni e senta di potersi rivolgere a loro in caso di difficoltà.
Infine, è necessario che il ragazzo senta di poter parlare liberamente con i propri genitori, confrontarsi su eventuali dubbi e difficoltà scolastiche e quali trovare soluzioni più adatte alle proprie necessità. La motivazione allo studio, dunque, va accresciuta e mantenuta nel tempo attraverso la consapevolezza dei propri vissuti interni e il confronto costante con le altre figure che si occupano dello sviluppo del ragazzo.

Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria
J. W. Goethe

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