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Ansia e Covid19: materiali di lavoro per adulti preoccupati


Rivista N. 15 - secondo semestre - Anno 2020
Ansia e Covid19: materiali di lavoro per adulti preoccupati

Come professionisti della salute mentale, riceviamo ogni giorno molte domande da parte di genitori, insegnanti ed educatori, che si dicono confusi, preoccupati, in ansia, per la ripresa dell’anno scolastico. Proviamo a fornire alcuni dati aggiornati e provenienti da fonti affidabili, in relazione al nuovo Coronavirus come una base di riflessione e discussione per tutti.
Le emozioni dell’allarme
Leggiamo di opinionisti che formulano diagnosi collettive di disturbo d’ansia indotte dalla diffusione del nuovo Coronavirus, deducendo un bisogno di aiuto psicologico di massa.
Cosa intendiamo esattamente quando sentiamo parlare delle emozioni che viviamo nei momenti di allarme? A cosa ci riferiamo quando parliamo di “paura”, “ansia” o “angoscia”?
Sentiamo angoscia quando avvertiamo la sensazione penosa dell’avvicinarsi di una situazione di pericolo, qualcosa di incombente ma non precisamente definito, indeterminato. Parliamo di ansia quando la nostra mente anticipa o immagina una specifica e definita situazione di pericolo da cui in futuro dovremo difenderci in qualche modo. Avvertiamo paura quando l’oggetto fonte di pericolo è presente e ci minaccia direttamente, questa emozione ci spinge ad agire per salvarci, ad esempio con la fuga. L’angoscia è una sorta di preallarme che comporta molte domande non risolte, mentre ansia e paura per funzionare da buon “meccanismo di difesa”, necessitano di pensiero e consapevolezza della situazione.
Il nostro compito psicologico
Ognuno cerca dunque di ricomporre il puzzle del senso degli eventi. Il nostro compito psicologico prioritario diventa trovare un bandolo della matassa, in modo tale da ridurre il senso di angoscia almeno ad uno stato d’ansia con un oggetto preciso, che fornisca la possibilità di essere affrontato una volta che la paura suggerisca di muoversi. Non possiamo stimare il vero peso del pericolo senza confrontarci pazientemente con la realtà dei fatti.
Dovremmo inoltre essere disposti a sopportare una quota d’ansia inevitabile, dal momento che ci sitamo confrontando con una realtà in evoluzione non soggetta a previsioni esatte.
Questo compito si complica tuttavia, quando ci accorgiamo che disturbi d’ansia giornalistici e angosce televisive sono somministrate in forte dosaggio al pubblico in cerca di orientamento attraverso semplici notizie attendibili. Centinaia di fonti informative diverse propongono letture mediche, virologiche, epidemiologiche, futurologiche del tutto discordanti. Per non rischiare di restare in balia delle strumentalizzazioni dei fronti politici, proviamo a conoscere i dati di fatto, tratti dalle migliori fonti disponibili.
Leggiamo i dati tratti da fonti attendibili
I dati più attendibili che abbiamo a disposizione sono di fonte ISTAT oppure ISS (Istituto Superiore di Sanità) e Ministero della Salute. Sono i dati ufficiali dello Stato Italiano, ci permettono di stimare quanto sia aumentata la mortalità in presenza del nuovo Coronavirus basandoci su dati del tutto affidabili e che non prestano il fianco alle strumentalizzazioni politiche o alle minimizzazioni dovute al desiderio che tutto passi presto.
L’aumento della mortalità tra Bergamo e Alzano Lombardo
Il dati ISTAT ci permettono di paragonare l’andamento dei decessi tra gli anni 2019 e 2020, mettendo a confronto il Comune di Pinerolo con i comuni di Bergamo e Alzano Lombardo (BG) (ovvero con comuni che hanno subito in maniera più forte il contagio del Coronavirus).
Scorporiamo anche i dati per classi di età, che presentano variazioni molto diverse della mortalità.
Il database è facilmente consultabile, si tratta della base dati “Andamento dei decessi nel periodo 1 gennaio - 30 giugno per gli anni 2015-2020. Per l’anno 2020 dati anticipatori sulla base del sistema Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR)” e si trova all’indirizzo https://www.istat.it/it/archivio/241428.

tabella1Come evidenziato dalla tabella1 Bergamo ha visto un drastico aumento dei decessi delle persone con più di 65 anni di età (la popolazione anziana è stata la più colpita). Confrontando gli anni 2019 e 2020, sono avvenuti 664 decessi nel 2019 contro i 1298 del 2020, ovvero una variazione del +95,5%. La linea ascendente rappresenta i decessi cumulativamente nel tempo: l’impennata della linea rossa ci dice quando si sono verificati i decessi “anomali”, da Coronavirus, mentre quando le linee sono parallele, significa che i decessi del 2020 seguono un andamento non differente rispetto al 2019: quindi la maggior parte dei decessi da Coronavirus sono concentrati nei mesi di marzo e aprile 2020.

tabella2Bergamo non ha sofferto di una variazione significativa dei decessi (tabella2) al di sotto dei 15 anni di età: 2 decessi nel 2019 e 2 nel 2020. Con numeri (fortunatamente) così piccoli, la pendenza del grafico ha poco significato.

tabella3I decessi a Bergamo per le persone con età compresa tra 15 e 64 anni sono aumentati significativamente (tabella3), ma in maniera meno drastica rispetto alle persone più anziane: 40 decessi del 2019 contro 86 del 2020, con una variazione del +79,2. Anche in questo caso l’aumento dei decessi si verifica tutto nei mesi di marzo e aprile 2020, mentre il fenomeno appare concluso con il mese di maggio 2020.

tabella4 Alzano Lombardo, un comune simbolo dell’epidemia, ha visto un aumento dei decessi per le persone con più di 65 anni di età (tabella4), di +146,2 nel 2020 rispetto al 2019. I decessi appaiono concentrati nel mese di marzo 2020 ed ad inizio aprile 2020.

tabella5 Alzano Lombardo ha avuto zero decessi al di sotto dei 15 anni di età (tabella5) per entrambi gli anni paragonati, evviva! Confermiamo che anche nell’occhio del ciclone, i bambini sono stati una classe di età non colpita dal virus in modo grave.

tabella6 Per completare il quadro (tabella6), ad Alzano, le persone tra i 15 ed i 64 anni di età hanno subito un aumento della mortalità del +140, con numeri assoluti più bassi di un ordine di grandezza rispetto alle persone più anziane: 5 contro 65 nel 2019 e 12 versus 160 nel 2020. Si conferma inoltre che anche per questo range di età, dal mese di maggio, l’aumento dei decessi appare concluso.

La situazione a Pinerolo

tabella7 ISTAT certifica come il Comune di Pinerolo abbia subito un aumento della mortalità per le persone sopra i 65 anni di età, del +19,9%, paragonando gli anni 2019 e 2020 (tabella7).

tabella8 Non c’è stato aumento della mortalità a Pinerolo per i bambini tra il 2019 ed il 2020, anche se un decesso all’anno comporta comunque purtroppo una perdita grave per una famiglia (tabella8).

tabella9 C’è stata una lieve diminuzione dei decessi per le persone tra i 15 e 64 anni, a Pinerolo tra il 2019 ed il 2020 (tabella9). Questa variazione è probabilmente di tipo casuale e ci fa pensare che non ci siano state vittime per il Coronavirus in questa fascia di età. Possiamo dunque concludere che Pinerolo è stata una zona meno colpita dai lutti causati dal nuovo Coronavirus, a paragone di Bergamo e delle zone maggiormente soggette all’infezione. Dai dati emerge anche il fatto che l’aumento della mortalità si è concluso al massimo entro il mese di maggio 2020, anche nelle zone più colpite dall’epidemia.

Le considerazioni possibili non si esauriscono qui. Il database presenta i dati dagli anni 2015 al 2020, ed il paragone con l’anno 2019 è una scelta del tutto arbitraria.
Il database ISTAT presenta comunque dei limiti:
- non è completo in relazione ai comuni italiani ed ai mesi successivi a giugno,
- non mette in evidenza la diminuzione di incidenti stradali mortali dovuta ai mesi di quarantena obbligatoria in tutta Italia,
- non mette in evidenza l’aumento di mortalità per eventi curabili (tipicamente: infarti), occorsi alle persone riluttanti a recarsi in ospedale per paura di contrarre il virus.

I dati aggiornati sui ricoveri ospedalieri

tabella10 Nel momento in cui scrivo, 21 settembre 2020, complessivamente in Italia ci sono 2.365 pazienti ricoverati in ospedale positivi al Coronavirus, pari al 8,2% del valore di picco (che è stato 29.010 il 4 aprile). I pazienti più gravi, in terapia intensiva, sono 222, pari al 5,5% del massimo valore raggiunto (4068, 3 aprile). I dati sono forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e sono consultabili alla pagina https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/. Il grafico (tabella10) mostra l’andamento dei ricoveri in terapia intensiva per pazienti positivi al Covid-19, complessivamente in Italia dal mese di marzo 2020 ad oggi. Dall’andamento si nota il quasi azzeramento di questo tipo di ricoveri durante l’estate 2020 ed un leggero aumento nel mese di settembre 2020.

I dati aggiornati dei decessi e l’ordine di grandezza

tabella11 Nella giornata di ieri, 20 settembre 2020, i deceduti positivi al Covid-19 sono stati 15, il picco di decessi si è avuto il 2 aprile 2020 con 821 deceduti. Come si evince dal grafico, i decessi si sono quasi azzerati, ovvero assestati su numeri molto piccoli, a partire dal mese di luglio 2020 (tabella11).

tabella12 La minor parte dei deceduti è al di sotto dei 40 anni, la maggior parte dei decessi si osserva tra gli anziani (Fonte ISS). Da qui si deduce la necessità di proteggere le persone anziane dal contagio (tabella12).
Il numero medio di patologie croniche preesistenti, diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2, nei pazienti deceduti (dato osservato in un campione 4190 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche) è di 3,4 patologie (mediana 3, Deviazione Standard 2,0). Complessivamente 2623 (62,6%) presentavano 3 o più patologie, 841 (20,1%) presentavano 2 patologie, 568 (13,6%) presentavano 1 patologia, 158 pazienti (3,8% del campione) presentavano 0 patologie (Fonte ISS). Da qui si deduce la necessità di proteggere le fasce più fragili in cui sono presenti comorbilità.

tabella13 Nel momento in cui scrivo, 21 settembre 2020, il dato totale cumulativo dei deceduti per il nuovo Coronavirus, ufficialmente rilevato dal Ministero della Salute è di 35.688 persone decedute (tabella13).
L’ordine di grandezza dei decessi per il nuovo Coronavirus si ottiene paragonandolo con le altre cause di morte, di cui abbiamo però i dati su base annuale. Questo confronto tra dati disomogenei (mortalità Covid-19 dato gennaio-settembre contro mortalità da altre cause dato annuale) può sembrare improprio, è noto come non si debbano paragonare mele con pere. Siamo autorizzati a paragonare i due tipi di dati disomogenei soltanto per renderci conto dell’ordine di grandezza, ovvero della gravità del fenomeno in relazione alle altre principali cause di morte.

tabella14 Il numero di decessi (Fonte: ISTAT) in Italia per l’anno 2017 in relazione alla causa di morte è:
- Malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari) 232.992
- Tumori 180.085
- Malattie del sistema respiratorio 53.372
- Malattie del sistema nervoso/degli organi di senso (Parkinson, Alzheimer...) 30.672
- Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (diabete) 29.519
- Disturbi psichici e comportamentali 24.406
Infine un dato che è legato ad uno dei campi di lavoro di chi scrive, ovvero l’alcologia: sempre ogni anno, in Italia, muoiono poco meno di 50.000 persone per motivi correlati all’abuso di alcol (Fonte: Società Italiana di Alcologia).
Sarebbe interessante paragonare il livello di stanziamento economico dedicato al contrasto di ciascuna di queste causa di morte ed il loro andamento nel tempo, ma questa serie di dati esula dagli scopi del presente articolo.
Come accennato in precedenza, questo articolo ha come unico scopo presentare dati aggiornati e provenienti da fonti affidabili, in relazione al nuovo Coronavirus come base di riflessione e discussione.

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