Raccontare, ascoltare, scegliere.

Il cavaliere tante macchie: la creatività nella terapia familiare


Rivista N. 19 - primo semestre - Anno 2023
Il cavaliere tante macchie: la creatività nella terapia familiare

Sono il Cavaliere Tante Macchie e qualche paura, cavalco l’imprevisto e l’immensa bellezza.
Mi capita di cavalcare nel Paese Aridi Deserti, dove la calura costringe le persone a fare, fare e ancora fare senza fermarsi mai, sulla scia di un’impulsività che agogna una pozza d’acqua, o nel Paese Freddi Ghiacciai dove tutto sembra immobile, nulla vuole cambiare e si sente molto freddo.
Cavalcare nel Paese Aridi Deserti non è sempre facile, il mio cavallo sprofonda nella sabbia, l’unica soluzione possibile sembra dover continuare ad avanzare; è difficile rimanere coi piedi per terra, penso sia un po’ quel che vivono quotidianamente gli abitanti di questa terra, in preda di un’emotività calda con poche possibilità di fermarsi in un punto a pensare, senza rischiare di sprofondare. Li osservo da lontano talvolta, per quanto provino a divincolarsi dagli strati di stoffa che portano sudore, sembra per loro quasi impossibile arrivare ad una calma rinfrescante.
L’immobilità del Paese Freddi Ghiacciai invece ci fa temere di non poter muovere uno zoccolo in più senza rischiare di frantumare in mille pezzi il circostante. In questa terra così fredda, gli abitanti han preso l’abitudine di stare immobili, ibernati per non rischiare che l’effetto domino rompa questo fragile equilibrio.
Fare la spola fra questi paesaggi così antitetici mi richiede molto impegno ed il mio cavallo spende tante energie per permettermi di far visita a tutti gli abitanti che mi invitano nelle loro case. Con noi portiamo sempre molta acqua per dissetarci nell’aridità, e folte sciarpe per non ammalarci di freddo: questo ci consente di poter entrare in contatto con le difficoltà proprie di ogni luogo senza rischiare di rimanerci incastrati.
“Non hai caldo con tutte quelle macchie ricamate sulla tua camicia?” mi chiedono spesso gli abitanti del Paese Aridi Deserti. “No, queste macchie tutte diverse fanno parte di me, mi ricordano che al mondo non esiste solo il colore illuminato dal caldo… io tengo insieme colori caldi, freddi e pure tiepidi, per non perdermi le sfumature!” sono solito rispondere io.
“Freddo? Cos’è il freddo?” Si incuriosiscono loro.
Quando arriva questa domanda io e il mio cavallo sperimentiamo molta gratitudine perché ne capiamo l’importanza: la possibilità di conoscere l’altra metà della medaglia; ed è proprio quando ci sentiamo rivolgere questo quesito che ci è possibile invitare gli Abitanti del Paese Aridi Deserti a far visita di un luogo diverso.

“Con tutte queste macchie che hai indosso rischi di accecarci! Non vedi che il ghiaccio rifrange la luce e i tuoi colori così vivi ci offuscano la vista?” Mi accusano gli Abitanti del Paese Freddi Ghiacciai.
“Da dove veniamo noi, possiamo osare coi colori senza rischiare di nuocere ad alcuno!”
“E sentiamo, da dove venite? Non possiamo immaginarci un luogo diverso da quello in cui siamo immersi”
Ecco la nuova possibilità: “Seguiteci e ve lo mostreremo!”

La Terra di Mezzo non è né troppo calda, né troppo fredda, è flessibile nelle temperature e nell’accogliere colori diversi e unici. Quando io ed il mio cavallo invitiamo gli abitanti di terre diverse in questo luogo ci assicuriamo che questo possa essere una novità buona: spesso permettiamo ai bambini del Paese Degli Aridi Deserti di giocare con la neve e a quelli del Paese dei Freddi Ghiacciai con la sabbia.
Molto spesso questi giochi sono così divertenti che alla fine riusciamo a coinvolgere anche gli adulti che tornano un po’ bambini. Mettiamo a disposizione molti colori con cui dipingere: insieme dipingiamo la fatica di resistere al caldo senza un’apparente alternativa ed il dolore di rimanere immobili ed impassibili al gelo.
Ed è così che io ed il mio cavallo ricostruiamo con gli Abitanti di Terre Lontane possibilità di un’alternativa: nel gioco delle parti, la creatività consente di sperimentare paesaggi diversi, sentirsi diversi, relazionarsi agli altri in modo inedito.

La breve storia del Cavaliere Tante Macchie assomiglia a quella di una psicoterapeuta familiare che lavora e propone alle famiglie la possibilità di esprimersi attraverso il gioco, il disegno, modellando pupazzi di neve e castelli di sabbia per fotografare quello che è stato, che è e che si vorrebbe diverso. La possibilità di incontrarsi in psicoterapia familiare propone con fermo rispetto una messa in gioco di sé e delle proprie risorse creative.
La creatività permette di sperimentarsi in modi inaspettati e dà accesso a infinite possibilità di relazione con sé stessi e con gli altri. L’accesso a tante macchie di colori e sfumature diverse permette di essere più in contatto con se stessi e disponibili per ascoltare l’altro e previene il duplice rischio di compulsione a fare e dell’immobilità per timore di un cambiamento distruttivo. Ciò che la psicoterapia familiare persegue utilizzando strumenti creativi, è un adattamento sostenibile e creativo a ciò che la famiglia, l’individuo, la coppia vive ed attraversa.

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