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La valutazione psicodiagnostica


Rivista N. 2 - secondo semestre - Anno 2013
La valutazione psicodiagnostica

Psicodiagnosi è un parola composta da due termini. Psico, derivante dal greco “Psyche” che, in senso traslato indica Anima, Mente; Diagnosi, termine anch'esso derivante dal greco, composto da “dia”, che significa “per mezzo” e da “gnosis”, che vuol dire “cognizione”, da gi-nosco, cioè “conoscere”. La psicodiagnosi è dunque la disciplina che si occupa di valutare, descrivere e comprendere i meccanismi di funzionamento che compongono e definiscono la personalità di un individuo. Vengono prese in considerazione sia la sfera affettiva (vissuto interiore, esistenziale), che cognitiva (memoria, linguaggio, pensiero, intelligenza, ecc.).
Sono diversi gli strumenti che si utilizzano per raccogliere tali dati. Lo psicologo infatti si avvale delle informazioni raccolte attraverso colloqui clinici, test di personalità (es. Test di Rorschach, TAT), test di livello (es. WAIS-R), inventari e scale di personalità (es. MMPI), valutazioni osservative. Laddove si sospetti la presenza di un deficit cognitivo su base organica di diversa eziologia tra cui insulti cerebro-vascolari, traumi cranici, neoplasie, forme di demenza ecc., può essere utile una valutazione neuropsicologica.
L'insieme dei dati raccolti porterà ad avere un quadro della struttura della persona, un'analisi di quelli che possono essere i suoi bisogni. Potranno inoltre emergere le difficoltà, ma anche essere evidenziate le risorse, i punti di forza relativi a tre aspetti fondamentali: la sfera emotiva/affettiva, la sfera cognitiva e gli stili relazionali. Tutto ciò permetterà, per esempio, di svolgere in modo ancora più mirato un percorso psicoterapeutico e/o riabilitativo.
Sono molteplici gli ambiti di applicazione delle valutazioni psicodiagnostiche. Possono essere effettuate ad esempio: - per una valutazione completa e multidimensionale dei meccanismi di funzionamento individuale; - all'inizio del percorso psicoterapeutico per avere un quadro completo della personalità del paziente; - in ambito peritale, per verificare la presenza di un danno biologico di natura psichica; - in ambito peritale, per la valutazione delle competenze genitoriali; - con gli anziani, per verificare la presenza di decadimento cognitivo; - nei casi di lesioni cerebrali per verificare le abilità residue del paziente. A seconda dei contesti la valutazione psicodiagnostica, oltre a fornire un quadro generale della persona, viene effettuata per giungere alla formulazione di un'ipotesi diagnostica. E’ per me importante sottolineare che la diagnosi non va intesa come “un’etichetta” che si appone al paziente, ma una descrizione dinamica di una modalità di funzionamento, sempre passibile di cambiamento nell’arco del tempo. Infatti la valutazione viene fatta sulla base di come la persona si sente e si pone in un dato periodo della sua vita e può quindi essere intesa come un riferimento, uno strumento che permette di avere una fotografia del funzionamento del soggetto in un dato momento.

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