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Impariamo a fare i compiti


Rivista N. 5 - secondo semestre - Anno 2015
Impariamo a fare i compiti

È pomeriggio, è tempo di fare i compiti. Mamma (o papà) e figlio iniziano a svolgerli, ma ecco che, con il passare del tempo, la tensione sale, il bambino diventa sempre più irrequieto, non riesce a stare fermo, vuole fare una pausa, guardare la tv, mangiare qualcosa, andare a giocare. La madre si spazientisce e gli intima di finire i compiti da solo, in un tempo stabilito, dopodiché abbando- na il campo di battaglia. Il figlio rimane di fronte ai suoi compiti, solo e ancora più confuso. La situazione può ancora complicarsi quando, una volta tornato, il genitore prima assente viene prontamente coinvolto nella crisi familiare.
Ecco un possibile esempio in cui emergono difficoltà durante l'attività di svolgimento dei compiti e come la situazione viene affrontata in modo disfunzionale. In questo caso, infatti, il figlio si ritrova confuso e abbandonato a se stesso. La madre invece è arrabbiata e probabilmente frustrata dal fatto di non aver trovato il giusto modo di rapportarsi al figlio per arrivare all'obiettivo di terminare i compiti assegnati.
Quando un figlio si rifiuta di impegnarsi, temporeggia, si lamenta, il genitore spesso si infastidisce, si sente preso in giro o può vivere la situazione come un affronto al proprio ruolo genitoriale. La reazione è spesso quella di arrabbiarsi con il bambino, sgridarlo, accusarlo di scarso impegno o mettere in dubbio le sue capacità, magari arrivare a svolgere i compiti al suo posto per porre fine alle liti, mandando così un messaggio svalutante nei confronti del ragazzo e di poca autorevolezza della figura genitoriale. Queste reazioni, sebbene possano essere comprensibili, nella maggior parte dei casi sono controproducenti poiché non tengono conto delle ragioni alla base dei comportamenti del figlio. Da quanto detto finora, emerge come nell'attività di fare i compiti abbiano un grande spazio le componenti emotive e relazionali.
Accanto a queste hanno un ruolo altrettanto importante anche le capacità cognitive del figlio che, quali esse siano, vanno rispettate e supportate, così come l'acquisizione di un efficace metodo di studio e gli aspetti motivazionali. L'insieme di tutte queste componenti permette di svolgere un' attività efficace e soddisfacente, sia per il genitore che per il figlio. br> /> È tenendo conto di questi diversi aspetti che, da un gruppo di psicologi qualificati, nasce il progetto “IMPARIAMO A FARE I COMPITI”. Si tratta di un servizio di sostegno e aiuto nello svolgimento dei compiti con l'affiancamento di figure specializzate, i tutor dell'apprendimento. L'obiettivo è quello di fornire, attraverso un ciclo di incontri, anche osservativi, un percorso mirato per la specifica situazione. Sarà quindi importante comprendere quali sono le difficoltà e le risorse presenti all'interno della coppia genitore figlio in questa specifica attività e sapere di poter contare su un supporto psicologico per seguire anche l'aspetto relazionale. Si avrà, inoltre, la possibilità di conoscere specifiche strategie utili a sostenere l'attività di apprendimento del figlio, più o meno grande. Questo progetto è infatti rivolto a genitori, bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Inoltre, nel caso emergessero, da parte del figlio, particolari difficoltà da un punto di vista cognitivo, l'equipe di psicologi possiede le competenze e la disponibilità per fornire un approfondimento diagnostico. Come abbiamo, visto i vari comportamenti di rifiuto o malessere di un figlio di fronte ai compiti derivano da diversi tipi di difficoltà: cognitive (“non capisco”), emotive (“non sto bene”), motivazionali (“non ho voglia”) e relazionali. Diventa importante coglierle per riuscire a svolgere la propria funzione genitoriale con efficacia e quindi fornire al proprio figlio l'aiuto di cui ha realmente bisogno. Comprendere cosa accade, quali sono i punti di debolezza e le risorse presenti nel figlio e nel genitore, permette di adottare le strategie funzionali per giungere al comune obiettivo di portare a termine, magari anche in modo sereno e piacevole, i compiti.

A cura di


Dr.ssa Marcella Brun
Dr.ssa M. Brun
Psicologa dell'età evolutiva, consulente scolastica
338 11 56 708
Dr.ssa Emanuela Geraci
Dr.ssa E. Geraci
Psicologa Psicoterapeuta Transazionale
345 03 64 754
Dr. Iacopo Vaggelli
Dr. I. Vaggelli
Psicologo Psicoterapeuta dell'età evolutiva, consulente scolastico
366 29 15 868
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