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Il mio bimbo non parla...


Rivista N. 9 - secondo semestre - Anno 2017
Il mio bimbo non parla...

I movimenti della bocca e il linguaggio sono molto collegati tra loro: per produrre un messaggio comprensibile il bambino deve sviluppare dei precisi movimenti di bocca, labbra e lingua: attua cioè dei movimenti articolatori, molto veloci e precisi, grazie a specifici programmi di controllo. Questi meccanismi possono talvolta essere alterati e non funzionare a dovere, causando un disturbo chiamato disprassia: il bambino ha buone abilità cognitive, capisce bene ciò che gli viene detto, ma ha importanti difficoltà a produrre dei messaggi e a farsi capire.
La logopedista, pertanto, quando incontra un bambino che ha difficoltà nel linguaggio, deve dare importanza anche al lato motorio: le strutture corporee, il tono muscolare, mandibola, labbra e lingua, oltre che alle loro capacità di movimento coordinato.
Le alterazioni a questo livello, infatti, potrebbero condurre a una diagnosi di disprassia, intesa come difficoltà a uno o più livelli del progetto motorio.
La disprassia può essere generalizzata a tutto il corpo e riguardare i vari movimenti: sono bambini spesso goffi, che faticano a coordinarsi.
Altre volte la disprassia può riguardare solo l’area della bocca: si parla di diprassia orale se coinvolge sia linguaggio, sia alimentazione (masticazione e deglutizione) e di disprassia verbale se coinvolge soltanto il linguaggio.
Le cause possono essere diverse, come l’eccessiva iperprotezione, soprattutto rispetto al cibo e allo svezzamento, che porta a disprassie più lievi, oppure cause neurobiologiche, cioè una caratteristica con cui il bambino è nato, o ancora disprassie secondarie ad alterazioni neurologiche e sindromi, quindi più gravi. A seguito della diagnosi si procede con il trattamento, sia per il versante alimentare se vi è disprassia orale, sia per il versante della produzione dei suoni.
E’ molto importante intervenire in modo adatto al bambino e alle sue specifiche difficoltà, senza rimandare nel tempo attendendo invano miglioramenti nel linguaggio, che stentano ad arrivare.
Generalmente, i bambini aumentano tantissimo le loro parole tra i 18 e i 24 mesi. Tenendo conto che vi è molta variabilità tra un bambino e l’altro, se all’inizio della scuola dell’infanzia il bambino fatica ad esprimersi, risulta poco comprensibile e produce poche parole, è bene effettuare una valutazione foniatrica e/o logopedica, soprattutto per escludere la presenza di problematiche che possono rallentare lo sviluppo del linguaggio.

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