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Mamma, attenta a come parlo!


Rivista N. 11 - secondo semestre - Anno 2018
Mamma, attenta a come parlo!

Fondamentale fin dalla nascita del bambino è lo sviluppo delle abilità comunicative, che comincia prima ancora che il bambino inizi a dire le prime parole. La comparsa del linguaggio è infatti preceduta da vocalizzi, giochi con la propria voce, gesti di richiesta, dare, mostrare e indicare, lallazione (cioè ripetizione di sillabe). Bisogna però tenere conto che esiste una grande variabilità fisiologica, per cui ogni bambino può presentare uno sviluppo diverso da un altro bambino, pur raggiungendo entrambi le stesse abilità linguistiche nei tempi giusti.
Le prime parole compaiono attorno ai 12 mesi e si assiste, tra i 18 e i 24 mesi a una vera esplosione del linguaggio: il bambino impara e articola tantissime nuove parole e inizia a combinarle tra loro, per creare quella che sarà la prima frase (es. mamma pappa). Ai 36 mesi, in norma il bambino produce circa 1000 parole e ne comprende circa 3000.
Talvolta capita però che vi siano dei ritardi nella comparsa del linguaggio, che il bambino pronunci poche parole e che queste siano poco comprensibili.
Si tratta spesso di un disturbo di linguaggio, disturbo che di riscontra in bambini con un quoziente intellettivo nella norma, che non hanno patologie, sindromi o altri disturbi che possono causare questo ritardo.
Una parte di questi bambini rientra in una fascia di vero e proprio “ritardo”: seguono le stesse fasi di evoluzione del linguaggio riscontrabili in tutti i bambini, salvo essere in ritardo rispetto ai tempi di norma. Solitamente si esprimono bene con la gestualità e hanno una buona comprensione. Questi bambini sono definiti LATE BLOOMERS, cioè “sbocciatori tardivi”. Supereranno le loro difficoltà, raggiungendo la qualità di linguaggio dei coetanei.
Utile, in questo caso, intervenire con un monitoraggio e un counseling genitoriale: i genitori hanno infatti un ruolo molto importante nello stimolare lo sviluppo del linguaggio dei figli, ad esempio attraverso opportune strategie di gioco.
Un’altra parte di bambini, invece, presenta dei processi di acquisizione insoliti, non seguono la sequenza delle tappe di sviluppo dei coetanei e sono poco comprensibili. Spesso alcuni suoni non vengono prodotti e vengono sostituiti con altri suoni, oppure i suoni sono tutti presenti ma sostituiti o invertiti sistematicamente tra di loro. Hanno una gestualità più scarsa e anche una comprensione più scarsa, pur avendo un quoziente intellettivo nella norma. Sono i LATE TALKERS, cioè i “parlatori tardivi”. E’ fondamentale, per loro, un intervento logopedico, poiché queste difficoltà del linguaggio tenderanno a non evolvere e si ripercuoteranno sulle abilità relazionali, comunicative e sul futuro apprendimento scolastico. Se un bambino confonde, inverte, sbaglia i suoni quando parla, tanto più lo farà quando dovrà leggere e scrivere. E’ pertanto necessario un intervento in modo tale che il bambino sia sicuro e sappia padroneggiare bene i suoni della lingua, così che li possa manipolare quando inizierà scuola.
Sono più a rischio per il disturbo di linguaggio:
- I bambini maschi;
- I bambini con frequenti otiti in anamnesi;
- I bambini che presentano familiarità per disturbo di linguaggio (un genitore o un fratello che hanno a loro volta presentato un ritardo nell’acquisizione del linguaggio);
- I bambini nati prematuri.

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