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Che rabbia!


Rivista N. 13 - secondo semestre - Anno 2019
Che rabbia!

Sguardo feroce, denti stretti e labbra serrate. È il volto della rabbia, una delle emozioni di base che influenzano il nostro comportamento sin da piccoli. È un'emozione universale che appartiene all'esperienza umana, comune e condivisa a prescindere dall'età, dalla cultura e dall'etnia di appartenenza.
Quando si pensa alla rabbia si pensa spesso alla sua espressione legata all'aggressività, che nella forma più intensa può diventare violenza, e quindi diventa facile immaginare scene in cui sono presenti persone che alzano la voce e lanciano o rompono oggetti. Molto più spesso, però, essa si manifesta in modo più sottile e si cela sotto mentite spoglie, questo anche perchè la rabbia è culturalmente considerata un'emozione inaccettabile. Di conseguenza viene spesso espressa attraverso modalità ritenute più idonee, ma che sono più disfunzionali. Mi riferisco a quelli che sono i comportamenti passivo aggressivi, come per esempio fare promesse senza impegnarsi davvero nel mantenerle, posticipare impegni, inventare continuamente scuse, lamentarsi regolarmente, assumere atteggiamenti vittimistici, etc. Ciò che, invece, è funzionale per esprimere la rabbia è la possibilità di essere assertivi. L'assertività è la capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera franca e diretta. Questo permette di avere relazioni caratterizzate da maggior chiarezza, autenticità e funzionalità.
Ma quali sono le circosatanze che suscitano questa emozione? Possiamo sentire questa emozione quando ci sentiamo ostacolati nel raggiungimento di un nostro obiettivo o nel soddisfacimento di un nostro bisogno, quando ci sentiamo costretti e obbligati, dalle situazioni o da altre persone, a fare cose che non vogliamo fare oppure quando sentiamo di aver subito un'ingiustizia e riteniamo che un nostro diritto sia stato ignorato o calpestato.
In generale quindi la rabbia emerge come reazione alla frustrazione. Wilhelm Reich affermava che la rabbia è un'emozione conseguente alla frustrazione che nasce dal dolore, dal mancato soddisfacimento di un nostro desiderio, ovvero, nasce dall'impossibilità di raggiungere piacere. La rabbia, quindi, nasce dalla frustrazione, ma maschera dolore. Ci sono emozioni che sono accettate più di altre. In quasi tutte le famiglie, ci sono emozioni più o meno permesse, ed altre più o meno vietate. Ci sono persone, per esempio, a cui è stato insegnato ad evitare la rabbia (“Non va bene litigare”), mentre potevano permettersi più facilmente di essere tristi o impaurite. Per altri, invece, era la tristezza ad essere vietata (“Non c'è bisogno di piangere! Forza e coraggio!”). Di conseguenza, ognuno di noi ha un rapporto diverso con ogni emozione: c'è chi vive a braccetto con la paura, ma difficilmente si concede la tristezza, chi piange di dolore ma non esprime quasi mai la rabbia e così via. Per questo motivo a volte capita di sostituire un'emozione con un'altra. Se mi permetto di sentire la rabbia ma non il dolore, potrebbe accadere di sentirla ed esprimerla anche in occasione di un evento luttuoso e triste. Se invece piango più facilmente di quanto affronti un conflitto, pottrebbe accadere di sentirmi triste per un'ingiustizia subita, ma questa tristezza non sarà funzionale per affrontare la situazione e sanare l'ingiustizia.
In Analisi Transazionale si parla di emozioni autentiche ed emozioni parassite. Le prime sono quelle realmente provate in una detrminata occasione, le seconde sono quelle che vanno a coprire, sostituire quelle autentiche. Non sempre è semplice distinguere tra emozioni autentiche e parassite, però, quando sentiamo che un'emozione è incoerente con la situazione vissuta può essere utile domandarselo poiché esprimere quella che è la reale emozione che proviamo, significa essere in contatto con quello che realmente siamo. Quando la rabbia viene espressa ripetutamente con aggressività si possono avere delle conseguenze negative a livello relazionale. Talvolta ci possono essere delle difficoltà a modulare le risposte aggressive per cui diventa importante far fronte a questa situazione ampliando la consapevolezza sulle ragioni che attivano la risposta aggressiva e maturare risposte comportamentali diverse da poter mettere in atto in situazioni che suscitano la rabbia.
La possibilità di rivolgersi ad uno psicologo può essere importante per capire cosa si cela sotto la rabbia, per darle un significato che ci permetta di accoglierla e poterla gestire in maniera diversa e funzionale.

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