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L’autismo visto con altri occhi


Rivista N. 19 - primo semestre - Anno 2023
L’autismo visto con altri occhi

Temple Grandin è nata a Boston nel 1947 e quattro anni dopo, nel 1951, i medici dissero alla sua famiglia che non avrebbe mai parlato. La causa la imputarono alla “madre frigorifero”, cioè alla presenza di un genitore eccessivamente freddo e non empatico, che non riusciva a entrare in relazione con la figlia.
La madre, tuttavia, non si perse d’animo e si informò per stimolare il più possibile la Temple bambina, che non venne mandata in un istituto psichiatrico e pian piano cominciò ad utilizzare il linguaggio verbale, grazie ad insegnanti appassionati e a una famiglia che ha sempre creduto in lei, portandola a concludere con successo il suo percorso scolastico e diventando professoressa di Scienze Animali alla Colorado State University.
Temple ha quello che oggi viene definito disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento, altrimenti detto sindrome di Asperger fino a qualche anno fa, mentre la teoria della madre frigorifero è stata ampiamente confutata da tempo.
Proprio ascoltando alcune osservazioni di Temple Grandin su quella che è la sua esperienza possiamo individuare alcune indicazioni utili su cui ragionare qualora entrassimo in relazione con una persona con autismo:

  • “Penso per immagini. Tutti i miei pensieri sono come una videocassetta che scorre nella mia immaginazione. Le immagini sono la mia prima lingua e le parole la seconda”. Spesso infatti si utilizza la CAA, comunicazione alternativa aumentativa, per dare un simbolo e significato più concreto alle parole;
  • “Devo scrivere le indicazioni che comportano più di tre passaggi. Ho delle difficoltà a ricordare i numeri di telefono perché non posso creare un’immagine nella mia testa”. Ecco perché spesso si tende a dare istruzioni brevi o strutturate per punti chiari e definiti;
  • “Il metodo migliore per trattare le nostre ossessioni è servirsene come motivazione a scuola. Se il bambino ama i treni, allora utilizzateli per insegnargli la lettura e la matematica. Leggete insieme un libro sui treni e create dei problemi matematici”. Spesso utilizziamo le motivazioni e gli interessi del bambini per trasformarli in attività funzionali ad imparare;
  • “Alcuni bambini e adulti non verbali non riescono ad elaborare le stimolazioni visive e uditive nello stesso tempo. Utilizzano un solo canale per volta. Non possono vedere e sentire contemporaneamente. Non dovremmo chiedere loro di guardare e ascoltare nello stesso tempo ma piuttosto affidargli compiti visivi o uditivi separatamente”. Alcune persone con autismo hanno un’ipersensorialità, non riescono a sopprimere alcuni stimoli e a concentrarsi solo su altri. Ne deriva spesso un sovraccarico che può anche portare problemi nel comportamento;
  • “Il mio concetto di cane è inscindibilmente connesso a ogni cane che ho incontrato: è come se avessi un catalogo a schede dei cani che ho visto, completo di fotografie, che cresce continuamente via via che aggiungo nuovi esempi alla mia biblioteca video, mentre la maggior parte delle persone, alla parola –cane- vede nella sua testa un cane prototipico”. Ciò fa pensare che la persona con autismo abbia difficoltà nella classificazione e che, quando incontra un nuovo stimolo, fatichi ad inserirlo nella categoria corrispondente. In terapia sarà quindi molto utile lavorare proprio sulle categorie;
  • “Ho 47 anni e fino a non molto tempo fa non sapevo che le persone facessero ampio affidamento sugli indizi emozionali, come lo sguardo. Ora che lo so, posso fare una ricerca nella mia memoria video e prendere una decisione su come è meglio comportarmi in tempi abbastanza rapidi”. Allenare al contatto oculare e a comprendere sguardi ed emozioni li aiuta nella comprensione del mondo e ad entrare più facilmente in relazione con le altre persone, sapendo però che spesso è un comportamento ragionato e non istintivo.

Molte informazioni che abbiamo sulla mente autistica ci vengono riportate proprio da persone nello spettro ed è anche sulla base di questo che negli anni è stata costruita e migliorata la terapia riabilitativa.
Per altri aneddoti e racconti, vi consiglio la visione del film “Temple Grandin, una donna straordinaria (2010) e la lettura del suo libro “Pensare in immagini. E altre testimonianze della mia vita di autistica” (Erickson, 2006).

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